Bison priscus – bisonte della steppa

Il bisonte della steppa (Bison priscus) è rappresentativo del cambiamento climatico in corso durante il Pleistocene, che porta ad un raffreddamento ed inaridimento progressivo dell’ambiente che culmina nelle cosiddette ere glaciali. Questo animale, rinvenuto nel Valdarno superiore a partire dalla fine del Pleistocene medio, si era originato in Asia meridionale attorno alla metà del Pleistocene inferiore. Simile nella taglia, oltreché nell’aspetto e nel dimorfismo sessuale ai bisonti attuali, in particolar modo al bisonte europeo (Bison bonasus), era alto fino a 2 m alla spalla e raggiungeva un peso stimato tra i 700 e gli 800 kg, con corna lunghe fino a 0.5 m. Il bisonte della steppa era diffuso in Europa, Asia centrale e Nord America; in quest’ultimo continente costituiva il grande mammifero più comune in alcune faune. Questo Bovidae era imparentato sia col bisonte europeo che col bisonte americano attuali (Bison bison), e potrebbe essere un antenato di entrambe le specie ancora oggi viventi. La presenza di un pelo più folto rispetto ai bisonti odierni indica un animale adattato a climi più freddi; inoltre, come mostrato dalle usure dentarie e dal ritrovamento di mummie congelate eccezionalmente ben preservate, che presentano ancora oggi il contenuto dello stomaco perfettamente conservato, si nutriva prevalentemente di piante erbacee in un ambiente di steppa. Questo animale si estinse, come molte altre faune tipiche dei periodi glaciali, alla fine del Pleistocene in Europa ed Asia e leggermente più tardi in Nord America, venendo rimpiazzato dalle specie di bovini attuali.