Capreolus capreolus – capriolo
(Linnaeus, 1758)
Età: Pleistocene medio-Olocene (800.000 anni fa- attuale)
Il capriolo, presente ancora oggi in Italia, compare nella cosiddetta “Terza Fase” del Valdarno superiore, caratterizzata da un clima generalmente più freddo ed arido rispetto ad oggi. Questo Cervidae di piccole dimensioni comparve in Europa circa 800.000 anni fa, all’inizio del Pleistocene medio, dove era diffuso su buona parte del continente nei momenti più caldi delle fasi glaciali o durante i periodi interglaciali. Questo può essere anche spiegato col fatto che il capriolo ha serie difficoltà a muoversi in terreni ricoperti da uno strato di neve superiore a 40 cm. Tra 21.000 e 15.000 anni fa, nel corso dell’ultima grande glaciazione chiamata Würm, era diffuso solo in un areale rifugio costituito dalle regioni mediterranee e sud-occidentali dell’Europa, da cui ricominciò nuovamente a diffondersi a partire da 9.600 anni fa, arrivando sino all’areale attuale, che comprende tutto il Vecchio Continente (eccetto Islanda, Irlanda e le isole del Mediterraneo) ed il Vicino Oriente. Questo piccolo cervide raggiunge un’altezza alla spalla compresa tra 65 e 84 cm, con i maschi leggermente più massicci delle femmine, in quanto pesano tra i 20-30 kg dopo la fregola contro i 17-29 kg di queste ultime. Gli animali di dimensioni maggiori si trovano nelle regioni baltiche ed in Scandinavia, al contrario di quelli più piccoli che sono propri delle località mediterranee (seguendo la cosiddetta legge di Bergmann: gli animali appartenenti alle popolazioni più vicine ai tropici tendono ad essere più piccoli rispetto a quelli che vivono nelle regioni situate a latitudini più elevate). Il manto di questo elegante animale è grigio in inverno e rossiccio in estate; i maschi si distinguono dalle femmine oltre che per le loro dimensioni leggermente maggiori anche per la presenza di un paio di corti palchi (di solito lunghi tra 16 e 23 cm), generalmente con tre punte. Il capriolo si è evoluto inizialmente in un ambiente di foresta aperta o di macchia, tuttavia è molto adattabile e si può incontrare in una grande quantità di ambienti diversi fra loro, come per esempio i campi coltivati in modo tradizionale, nella macchina mediterranea, nelle foreste boreali scandinave, nelle brughiere scozzesi e persino sulle Alpi, fino a 2.400 m di quota. Si tratta di un erbivoro selettivo, cioè che si nutre solo di alcune parti di una vasta varietà di piante. Può mangiare dai 2 ai 4 kg di vegetali al giorno, prediligendo gemme, germogli e foglie verdi di arbusti ed alberi decidui; questo è dovuto al fatto che si tratta di alimenti particolarmente ricchi in carboidrati idrosolubili, proteine ed acqua. Tuttavia, per la dieta del capriolo rivestono un ruolo importante anche frutti e semi, in particolar modo in autunno. A questo si aggiunge anche la presenza di speciali adattamenti delle ghiandole salivarie, che gli consentono di nutrirsi di piante tossiche per altri animali vegetariani. Le femmine diventano sessualmente mature a 14 mesi di età, e possono cominciare a riprodursi a partire da quel momento; anche i maschi raggiungono la maturità sessuale alla stessa età, ma non si riproducono prima dei 2-3 anni di vita. La stagione della fregola va da metà luglio a metà agosto; la riproduzione del capriolo è piuttosto curiosa. Anzitutto, le femmine sono monoestro, cioè sono ricettive solo una volta l’anno per un periodo di 36-48 ore e non possono essere fecondate una seconda volta. Per riuscire ad acoppiarsi, i maschi seguono le femmine grazie all’olfatto, quindi rimangono con loro per un periodo compreso tra 2 e 3 giorni; durante la fregola, un maschio può perdere fino ad un decimo del proprio peso complessivo. A questo punto l’embrione non si sviluppa immediatamente, bensì rimane, unico caso noto tra i ruminanti, in diapausa (cioè con la crescita sospesa) per circa cinque mesi, per poi riprendere a svilupparsi solo a partire da gennaio. Il parto avviene a maggio-luglio, ed il numero di piccoli dipende dalle dimensioni della femmina: gli esemplari scandinavi, più grandi, tendono a mettere al mondo tre cerbiatti, mentre le femmine mediterranee, di taglia relativamente piccola, di solito hanno parti singoli. Un cerbiatto alla nascita pesa tra 1.3 e 1.9 kg, tuttavia raddoppia il suo peso dopo soli 10-15 giorni di vita. Durante la prima settimana dopo il parto i caprioli neonati rimangono nascosti fra la vegetazione, immobilizzandosi sul posto in caso di pericolo; le femmine non si allontanano mai da loro per più di 150 m. L’allattamento dura fino ai 3 mesi, sebbene già da prima i cerbiatti comincino a nutrirsi di foglie verdi. I maschi cominciano a sviluppare il loro primo paio di palchi intorno ai 6-7 mesi di vita e diventano di solito leggermente più pesanti delle femmine a partire dai 7-8 mesi. Il primo paio di palchi cade dopo un paio di mesi, dopodiché comincia a crescerne subito un altro, con la perdita del velluto che avviene tra maggio e giugno. Tuttavia, esiste un’eccezione allo sviluppo di queste appendici: i maschi che non riescono a raggiungere i 14 kg di peso al loro primo inverno non sviluppano i palchi, che cominciano a crescere solo a partire dalla primavera successiva. Queste appendici raggiungono le loro dimensioni definitive tra i 3 e i 6 anni, mentre iniziano a regredire negli esemplari più vecchi a partire dagli 8 anni di vita. Un capriolo raggiunge la sua taglia massima a 3-4 anni, e vive in media per 10-12 anni; tuttavia, il record di longevità per i maschi si attesta a 14 anni e per le femmine 18. I caprioli sono animali attivi durante l’intero arco della giornata, sebbene preferiscano l’alba ed il tramonto per nutrirsi. I principali predatori di questo cervide lungo il suo areale di distribuzione sono il lupo grigio (Canis lupus) e la lince europea (Lynx lynx), sebbene anche le volpi possano nutrirsi di cerbiatti giovani; per fuggire dai predatori, nonostante le sue ridotte dimensioni, un capriolo è capace di saltare fino a 5 m in lughezza e 2.5 m in altezza. Non sono animali molto sociali; i maschi iniziano a divenire territoriali intorno ai 2-3 anni di vita, ossia quando iniziano a riprodursi, a partire dalla tarda primavera fino a tutta l’estate. In questo momento, cominciano a marcare il territorio usando segnali visivi e olfattivi, per esempio rompendo le piante con i palchi, scavando nel terreno con gli zoccoli o urinando. I caprioli maschi si scontrano raramente, preferendo affidarsi a dimostrazioni di forza per difendere il territorio dagli altri contendenti. Un esemplare può difendere il suo territorio per un periodo che va dai 5 ai 7 anni, dopodiché con la vecchiaia ed il decadimento delle corna può restringere i suoi spostamenti ad una zona circoscritta all’interno del territorio di un maschio più giovane o diventare nomade. Nelle regioni montuose ed in Scandinavia una parte della popolazione dei caprioli può migrare a valle in tardo autunno fino alla primavera, percorrendo fino ad una dozzina di km pur di trovare un areale più idoneo dove svernare. Da settembre a febbraio gli animali adulti tendono a vivere in piccoli gruppi composti da 2 a 4 individui, di solito costituiti da una femmina con i suoi piccoli, accompagnata occasionalmente da un maschio adulto. Talvolta, due famiglie che condividono due matriarche imparentate fra loro possono formare gruppi più ampi di 6-8 animali; questo avviene di solito negli ambienti più aperti. Gruppi ancora più numerosi sono molto comuni sia durante inverni nevosi sia all’inizio della primavera, quando la vegetazione ricomincia a crescere; tuttavia queste ultime aggregazioni tendono ad essere brevi ed instabili, in quanto i maschi nel giro di poco tempo incominciano a lottare per il territorio.
Bibliografia
Wilson, D. E. M., & Mittermeier, R.A. eds (2011). Handbook of the Mammals of the World. Vol. 2. Hoofed Animals. Lynx Ediciones, Barcelona.