Megaloceros giganteus – cervo gigante

(Blumenbach, 1799)

Età: Pleistocene medio-Olocene (400.000-8.000 anni fa ca.)

All’interno delle faune della cosiddetta “Terza Fase” del Valdarno, caratterizzata da ambienti relativamente più aperti e da un clima più freddo rispetto alle fasi precedenti, si può persino rinvenire il cosiddetto cervo gigante (Megaloceros giganteus). Questo enorme Cervidae è il più grande rappresentante conosciuto tra i cosiddetti “cervi del Vecchio Mondo” (sottofamiglia Cervinae), in quanto raggiungeva dimensioni persino superiori rispetto all’alce attuale (Alces alces), potendo raggiungere i 2 m di altezza alla spalla e superare i 600 kg di peso; particolarmente impressionanti i palchi palmati dei maschi, che potevano arrivare a pesare fino a 35 kg con un’ampiezza complessiva che poteva raggiungere i 3.5 m. Nonostante le apparenze, e nonostante il nome comune inglese “Irish elk” (“alce irlandese”), il cervo gigante era in realtà più vicino alle specie attuali di daino (Dama dama e Dama mesopotamica) che non alle alci o ai cervi rossi. Sebbene sia stato originariamente descritto alla fine del ‘700 da resti rinvenuti in Irlanda (da cui il nome volgare anglosassone) risalenti alla fine del Pleistocene (circa 12.000-11.000 anni fa), Megaloceros giganteus era in realtà una specie abbondantemente diffusa in Europa, Asia settentrionale e persino in Africa settentrionale a partire dal Pleistocene medio. Questo grande animale si estinse in Europa tra il Pleistocene finale e la parte iniziale dell’Olocene (circa tra 12.000 e 10.000 anni fa), presumibilmente per una concomitanza di fattori, primo fra tutti le variazioni climatiche avvenute alla fine del Pleistocene; tuttavia, sopravvisse fino alla fine dell’Olocene iniziale (circa 8.000-7.600 anni fa) in Siberia. Il cervo gigante viveva preferibilmente in ambienti aperti o parzialmente aperti, quali steppe, valli scavate dai fiumi o ambienti di transizione tra steppa e foresta; poteva vivere fino a 20 anni, con una durata massima della vita non dissimile rispetto ai daini odierni.

Bibliografia

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