Megantereon cultridens – tigre dai denti a sciabola
(Cuvier, 1824)
Età: Pliocene superiore-Pleistocene inferiore (3.3-1.0 milioni di anni fa)
All’interno dell’ecosistema del Pleistocene inferiore del Valdarno superiore, Megantereon cultridens è sicuramente uno dei predatori più impressionanti. Questo imponente felino dalla costituzione robusta pesava tra 100 e 170 kg ed era lungo fino a 1.6 m esclusa la coda, pertanto era più grande di un giaguaro attuale (Panthera onca), che arriva a taglie massime comprese tra 100 e 130 kg, e poteva raggiungere le dimensioni di un leone (Panthera leo). Come nei felini attuali, i maschi erano inoltre più grandi rispetto alle femmine. Senza alcun dubbio, uno dei caratteri più evidenti, condiviso con altri felini estinti superficialmente simili (come l’europeo Homotherium) e che gli è valso il nome comune di tigre dai denti a sciabola, erano i grandi canini superiori, lunghi quasi 10 cm e piuttosto larghi e stretti, privi di margini seghettati ed a forma di lama. Tuttavia, nonostante il nome comune, Megantereon cultridens non era strettamente imparentato con le tigri attuali. Megantereon cultridens era dotato di un collo robusto, per aumentare la potenza del morso, e della capacità di aprire la bocca fino a circa 105°, decisamente di più rispetto ai felini attuali, così tanto che al massimo dell’apertura lo spazio tra i canini superiori ed inferiori era comunque di circa 10 cm. Questa tigre dai denti a sciabola viveva in diversi ambienti, dalle praterie sino alle foreste aperte, a patto che vi fossero sufficienti riserve d’acqua, un numero sufficiente di animali da poter cacciare e nascondigli dove poter attendere le prede. Infatti, le proporzioni delle zampe di questo animale, relativamente corte rispetto al corpo, indicano un predatore da imboscata, che si nutriva per lo più di brucatori come i cervi, tipici di ambienti più forestati, ma anche di equidi, pascolatori più frequenti in ambiente aperto. Questo animale balzava sulle prede, bloccandole a terra con gli arti robusti, per poi probabilmente morderle al collo usando i lunghi canini. La dentatura della tigre dai denti a sciabola indica che si nutriva prevalentemente dei tessuti molli delle sue prede, senza rosicchiare o rompere le ossa; questo fatto aprì la possibilità ad altre creature, quali la iena gigante (Pachycrocuta brevirostris) ed i primi ominini europei, di nutrirsi dei resti delle sue vittime, in particolar modo del midollo osseo. Probabilmente la sua estinzione è dovuta alla forte competizione con un altro grande felino, il giaguaro europeo (Panthera gombaszoegensis), che viveva negli stessi ambienti.
Bibliografia
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