Tapirus arvernensis – tapiro d’Alvernia

(Croizet e Jobert, 1828)

Età: Pliocene (5.3-3 milioni di anni fa ca.)

I tapiri sono mammiferi appartenenti alla famiglia dei Tapiridae all’interno dell’ordine Perissodactyla, di cui fanno parte anche cavalli e rinoceronti. Attualmente vivono 4 specie di tapiri, di cui 1 diffusa nel Sud-Est asiatico e 3 in America meridionale e centrale. Questi animali sono tuttavia noti in Europa fin dal Miocene, ed in Italia il genere Tapirus era presente a partire dalla fine di questa epoca. Il tapiro d’Alvernia era diffuso in Europa centrale ed orientale, dalla Francia all’Italia sino in Olanda ed in Slovacchia, Romania e Grecia, con due sottospecie, una più piccola ed antica (Tapirus arvernensis minor) ed una più recente e di taglia leggermente più grande (Tapirus arvernensis arvernensis).  Era più piccolo e snello di molte specie attuali, che di solito pesano tra 200 e 300 kg, con le femmine di dimensioni maggiori rispetto ai maschi, avvicinandosi alla taglia della specie recentemente descritta Tapirus kabomani (tapiro kabomani) del Sud America, che raggiunge i 110 kg di peso. Ricordava però nell’aspetto il tapiro della gualdrappa (Tapirus indicus) attuale, specialmente dal punto di vista della morfologia del cranio, sebbene quest’ultimo sia sensibilmente più grande della specie fossile. In ogni caso il tapiro d’Alvernia, che si estinse alla fine del Pliocene e che è noto in Italia centro-settentrionale da resti provenienti da almeno 13 siti, doveva vivere in modo simile alle specie attuali, prediligendo ambienti caldi ed umidi, con suolo bagnato o persino sommerso. In questi luoghi poteva trovare le piante acquatiche, le radici e le foglie verdi di cui si nutriva e coprirsi il corpo con il fango per proteggersi dagli insetti parassiti.

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Bibliografia

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